Vincitore del Premio Poesia “Accademico Leopardiano a vita” e Cluvium 2004 (I classificato ex aequo con Verso Occidente) e secondo classificato al Poseidonia-Paestum 2004 segnalato al Premio Città di Marineo e al Premio Palazzo Grosso 2004 di Riva presso Chieri. Segnalato al Premio biennale di poesia “Città di Solofra” 2006. I menzionato volume edito al Premio di poesia Astrolabio. Finalista al Premio Internazionale Anguillara Sabazia Città d’Arte 2004 con la seguente motivazione: “Per la sua Opera Letteraria, specchio che riflette l’arcana magia dell’essere e del pensiero che nasce nell’anima”. Finalista al Premio S. Domenichino-Città di Massa 2004.
La lezione dei grandi critici ci lascia intendere quanto sia arduo “auscultare” i versi dei poeti e più difficile seguirne i passi. Il mondo globale della comunicazione ci propone testi di autori che in altri momenti giungevano in ritardo oppure venivano divulgati dopo la loro scomparsa. Il viaggio avvicina, coinvolge, permette il confronto non luoghi o genti a noi completamente sconosciuti. Leggere in italiano versi scritti in lingue diverse all’origini è il dono che Mohamed Ghonim ha riservato ai suoi lettori nella raccolta Colombe raggomitolate. Una forza nuova della parola assunta a metafora di mille emozioni riprese dal quotidiano scandire dell’esistenza in mezzo all’originale “paradiso perduto”: l’Eden.
Ha ragione Alessandro Ramberti nella introduzione quando scrive: “solo con l’amore si può rendere bella la nostra condizione“. La purezza della colomba, utilizzata come sacrificio verso la divinità assisa sulle vicende terrene è socchiusa nel gomitolo del viaggio verso il divenire. “Raggomitolata” su sé stessa la purezza cerca la vita attraverso la forza della parola: “Ti ho spinto a mettere in moto la parola nel tuo capo, ti ho ricondotto verso l’origine.” (p. 13)
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